Lettera di Anton Maria Salvini (1653-1729) ad Antonio Montauti, valente artista, suo amico.

(Raccolte di prose e lettere scritte nel secolo XVIII, Vol II, Milano MDCCCXXX)

Il Salvini fu uomo di vasta erudizione e di profonda dottrina. Nella lettera che scrive all’amico, gli parla del sentimento proprio dell’amicizia; analizza, descrive e valorizza l’affetto che lo lega. L’amicizia, afferma, è una virtù, è un bene, è una presenza, una buona compagna di vita. La lettera porta la data del luglio 1707. Sono trascorsi tre secoli e più, dalla sua stesura!

“Al M. Antonio Montauti

La materia dell’amicizia è un mare che non si può solcare in un momento. Tanto n’hanno parlato i savii antichi, che uno non sa trovar la via nè a cominciare, nè a finire. Ho indugiato un giorno a pensare e a scrivere. Levare l’amicizia dal mondo, sarebbe come togliere il sole che c’illumina, che ci nutrisce, che ci rallegra. Ella è un bene, senza di cui l’uomo non può stare, e mille beni s’hanno da quella. L’amico è un compagno della vita. Se avete fortune, che cosa è il goderle senza un amico che se ne rallegri di cuore come se fossero sue proprie, che col consiglio vi regga perchè le sappiate godere, e che sappiate reggervi dentro, e la troppa fortuna non vi precipiti? Al contrario, se avete disgrazie, egli ne piglia una parte, e così quel peso ve lo fa più leggiero; sente con pazienza i vostri rammarichi, i vostri pianti, e`v’asciuga le lagrime e vi consola, e colla sua presenza grata e col dolce parlare vi conforta e v’invita a sperar bene e coll’opera e col consiglio in ogni cosa vi guida, vi regge, v’illumina, v’ammaestra. Nel suo seno potete con sicurezza depositare tutti i vostri segreti senza timore d’esser tradito, tutte le vostre passioni, e siete sicuro d’essere o sanato, o compatito; in un vostro bisogno avete a chi ricorrere; nelle difficultà avete chi ve le spiani; nei dubbi chi ve gli sciolga; negl’ incontri tutti della vita un lume, un porto, un’ aura che v’indirizzi, v’accolga, vi riceva, vi favorisca. Egli vi proccura altri amici, aderenze e favori. L’amicizia è una virtù, una costante volontà di far bene all’amico; e quella amicizia è più ferma e più stabile, che è fondata sul buono, sul vero e sul giusto, sulla bontà e similitudine di maniere e di costumi, e che non ha per unico fine l’utile e l’interesse; perchè mancando questo, o mutandosi, manca ancor essa e vien meno. Si vede per esperienza che chi è dato all’interesse non ha amore, nè amicizia; adora solamente il suo idolo, che è l’oro, dove ha il suo cuore. L’amicizie giovenili fatte da un genio subitaneo, e che consistono nel piacere, presto saziano e svaniscono. Gli ambiziosi, gl’invidiosi, i maligni non son fatti per la buona e per la bella virtù dell’amicizia, la quale non sarebbe virtù se non partecipasse dell’onorato e del buono; e su questa base fondata ella dura, ed è una buona compagna per tutta la vita.”

Anton Maria Salvini (da Wikipedia)