Cronaca d’altri tempi

Una meticolosa descrizione dei danni causati da un fulmine, che colpisce in pieno il campanile della Chiesa di San Giovanni Battista di Carife (AV), non quello attuale ma il vecchio, ubicato ove attualmente è la canonica, ci fa rivivere il momento di paura e di preghiera vissuto dai presenti. Un grande osservatore si palesa l’anonimo autore ed inatteso il ritrovamento del documento dattiloscritto, piegato con cura e posto fra le pagine di un testo dell’archivio familiare di Stefano Melina. Lo scritto si commenta da solo; l’autore ci prende per mano, ci introduce nella Chiesa e ci fa assistere atterriti all’evento, quindi ci conforta assicurandoci l’intervento della Vergine.

Il giorno 23 marzo del 1888 alle ore 15 scoppiò una folgore sulla vetta del campanile ove si rattrovava una statua di legno di San Rocco, colle ablazioni del quale erano stati eseguiti i restauri fin dal 1854. Quello scoppio ridusse in vari pezzi quel simulacro, essendosi rinvenuto una parte della testa nella frana, altra parte fu rritrovata innanzi alla chiesa dei soppressi Conventuali di San Francesco ove esiste la confraternita di Maria Santissima delle Grazie e di San Michele Arcangelo, altro pezzo lungo la piazza e uccise due animali setolosi; s’introdusse all’interno del campanile, lesionò la parete interna verso la chiesa, scantonando molti frantumi di pietre, di mattoni e di calcine vicino le due cantonate; spezzò due grosse mezzine di legno querce che erano nel mezzo del pavimento ove si fa la forza per sonare le campane; in un modo misterioso è uscito di là, si è attaccato al corniciato della Chiesa, lo ha scantonato in un punto; indi scantonando la parte fuori di una buca di andito che comunicava nell’interno della chiesa, per questo si è introdotto in essa, precisamente alla parte dell’altare del Santissimo Rosario, ha scantonato in un punto il corniciato a stucco, che circonda il bel quadro della gran Madre di Dio, ha sbalzato quel punto, ove è dipinto un Angelo a terra, si è stracciata la tela nel mezzo, ha sbalzato fino all’altare del Santissimo Sacramento parte del corniciato di legno indorato; poi ha percorso tutto il corniciato di legno indorato della Vergine, distruggendo l’indoratura, ha scantonato ai due fianchi, ove erano i quadri della Madonna del Buon Consiglio, e dell’apparizione miracolosa della saletta, spogliando pure le cornici dall’indoratura; l’intero quadro era coperto da un velo, questo è stato acceso dal fuoco elettrico e si è sviluppata la fiamma, per estinguersi, si obbligò il sagrestano a salire sull’altare, benché stordito e soverchiato dalla paura, pure strappò il velo, estinse la fiamma, ma il timore non fini. Era un finimondo!!! Non si può tacere che lo scoppio del tuono fa sentire il suo colpo più di quello di un cannone!!! Era giorno del mercordi delle quattro tempora della Pentecoste, si doveva sonare la campana per la messa conventuale; il sagristano accompagnato a due garzonetti per animare il suono della campana, prese licenza dall’Abate a tanto eseguire; questi dispose di attendersi. In chiesa erano presenti l’Abate Don Elziario de Angelis, il Canonico Lungarella, il Can. Santoro ed un tale Giovanni D’Ettorre, vecchiarello zoppo che stava seduto allo scanno al fianco destro dell’Altare del Santissimo Rosario. Era pure in Chiesa il Sacerdote Vitantonio Carsillo de Minori Riformati ritornato da Cattaro della Dalmazia, come Missionario Apostolico per rivedere i suoi dopo 25 anni di assenza. Tutti noi fummo presi dallo più terribile spavento, vi accorse una folla di popolo, invocavamo l’aiuto di Maria Santissima e tutti fummo salvi pel suo potentissimo patrocinio. Miracolo specchiato che Maria Santissima ci liberò dalla morte”.